Un po’ di storia

Risalgono  al XIII secolo le prime testimonianze, le descrizioni delle dolci colline che ancora oggi caratterizzano la Tenuta. Oggi come allora il territorio esprime forti potenzialità agricole ed economiche. Mentre la coltura di olivo e di vite disegnavano il territorio antropizzato, altre colture come il grano, la cicerchia e la fava, rappresentavano le colture stagionali, che contribuivano all’economia locale.

storia - Tenuta Suvignano

Dal 1500 al 1800

L’allevamento nei boschi di suini pregiati e la pastorizia, principalmente pecore e capre, provvedeva al fabbisogno proteico delle genti di Suvignano. Con il latte di pecora fin dal XVI secolo veniva prodotto il “cascio di creta”, rinomato formaggio apprezzato in tutto il senese. Numerosi mulini posti sui torrenti Sorra e Stile provvedevano alla macinatura dei cereali. Il documento più antico riguardante l’area risale al 1081, e riguarda le terre di Savignano, in pratica l’attuale Tenuta Suvignano. Protagonisti dell’atto di compravendita il Conte Ugolino e suo fratello Ranieri, del fu Conte Ranieri. Il nome Sovignano apparirà poi numerose volte nei secoli seguenti, divenuto comunità nel 1235 e successivamente “comunello autonomo” nel 1256. Già nel 1320 appare come un piccolo borgo, composto dalla chiesa di Santo Stefano, e numerose case e casali, sparsi tra la località Casalino e il Querceto. È già citato un “castelletto”, probabilmente una struttura fortificata come tante altre che costellavano il territorio. La struttura principale, quello che chiamano “casino di caccia” è passato, nei secoli andati, dalle mani dei Nini di Siena a quelle dei Piccolomini e successivamente a quelle dei Marri-Mignanelli, a partire dal 1646. Ristrutturata più volte tra il 1772 e il 1830 la villa aveva conservato in tutto o in parte la struttura originale a tre piani (18 vani), ma già nel 1880, passando in eredità a Lattanzio Marri, la costruzione si era trasformata e registrata come una “casa di villeggiatura di 4 piani e 45 vani”.

Dal '900 ai giorni nostri

E così rimase nei vari passaggi di mano fino ad arrivare tra le proprietà di Vincenzo Piazza nel 1989, che acquisì l’intera Tenuta Suvignano incorporando la soc Agricola Buonconvento, di fatto arrivando all’attuale assetto della Tenuta. Con il sequestro preventivo operato da Giovanni Falcone, la proprietà è sottratta alla Mafia e infine – tra il 2007 e il 2019 – con atto definitivo di sequestro e affidamento alla Regione Toscana, è restituita alla collettività.